Mag Verona, «l’impresa sociale non crea conflitto»
Seconda giornata di studi oggi all’African Summer School con Mag Verona.«Nell’impresa sociale non c’è conflitto», con questo Mag Verona vuole marcare la sua differenza rispetto all’impresa tradizionale. Mag nasce a Verona nel 1978 ed è una pioniera delle esperienze di autogestione. Nata come Società di Mutuo Soccorso, promuove e accompagna percorsi di orientamento, formazione professionale, culturale, con servizi imprenditivi e di microfinanza.
«Le imprese sociali sono imprese con un di più» così vengono definite nella slide illustrata da Paolo Dagazzini di Mag Verona; sono imprese ben differenti da quelle tradizionali in quanto non c’è un padrone, non c’è conflitto. «Nelle imprese sociali si devono trovare i punti di equilibrio, nelle imprese sociali c’è negoziazione», ricalca la dott.ssa Maria Teresa Giacomazzi. Non c’è conflitto ma c’è profitto, questo contraddistingue l’impresa sociale dall’associazione, che vive di soli contributi. L’impresa è sociale perchè si basa su motivazioni e ideali, si basa su un universo etico, è attenta alla cura delle persone, è fortemente radicata nel territorio, ha una dimensione collettiva, si basa sulla relazionalità e richiede l’esserci in prima persona perchè c’è il desiderio di rispondere ai bisogni.
Un’impresa sociale che spesso si confonde con la cooperativa sociale, dalla quale si è evoluta. Se le cooperative sociali sono forme di cooperazione destinate a fasce e a istanze di cui nessuno si prende cura, l’impresa sociale è riuscita a realizzare la saldatura, ovvero ad andare oltre al sodalizio dei soci, per rispondere alle esigenze del territorio.
Questo è il caso di Mag Verona che ha ricordato l’esigenza della parte relazionale nella fase di avvio di un’impresa e di conseguenza di non porre in primo piano la questione finanziaria. A questo proposito il professor Pougala nella mattinata ha rivolto agli studenti l’invito a non indebitarsi pur di avviare un’attività imprenditoriale, ma di concentrarsi inizialmente sulle risorse che loro stessi possono mettere in campo.
Serena Santoro
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