Sviluppo: le origini, le contraddizioni e il Rinascimento come alternativa
Il Rinascimento africano come alternativa allo Sviluppo nel futuro del continente: questo il concetto centrale della prima lezione di José Do-Nascimento dell’edizione 2015 di African Summer School. Il professore ha ben delineato come le due idee, quella dello sviluppo pensata dagli Stati Uniti durante gli anni ’50 come sostituto della civilizzazione, e quella del rinascimento, concepita invece dagli intellettuali africani alla fine degli anni ’90, saranno nei prossimi decenni in lotta come visione predominante per il futuro dell’Africa.
Lo sviluppo ha la sua origine dalla teoria dell’evoluzionismo sociale, a sua volta derivata dell’evoluzionismo delle scienze naturali. Secondo questa teoria, tutte le società seguono delle tappe obbligate a partire da forme più semplici a configurazioni più complesse, e alcune sono più avanti di altre. Ne segue che il terzo mondo possa recuperare il ritardo rispetto all’Occidente attraverso politiche adatte.
Do-Nascimento ha messo però in evidenza il bilancio catastrofico che tali politiche hanno avuto sulle società africane: regimi politici autoritari e fallimento dell’educazione pubblica, migrazioni e difficoltà di approvvigionamento di acqua ed elettricità, oltre ad un immiserimento spirituale con conseguenti conversioni alle Chiese evangeliche e all’Islam politico. Ben diverso dalla società industriale e democratica prospettata come culmine dalla teoria dello sviluppo.
Teoria che ha avuto una trasposizione dalle scienze naturali alle scienze sociali durata due secoli, durante i quali molti pensatori hanno prima esteso il concetto di evoluzionismo biologico alle società umane, dotandole di un itinerario lineare sempre in avanti e cumulativo, e poi hanno cercato di spiegare il motivo del supposto ritardo cronologico tra Europa e paesi del terzo mondo.
Ma perché è così difficile criticare la teoria? Secondo Do-Nascimento il concetto di sviluppo si presenta come attraente, dotato di una capacità intrusiva in grado di irrompere nell’immaginario, di imporre idee e valori, e di far sorgere l’idea di progresso politico, economico e tecnologico.
Esistono tuttavia intellettuali africani che hanno criticato l’evoluzionismo sociale; è il caso ad esempio di Cheikh Anta Diop, che ha smontato l’assunto in base al quale le società muterebbero da matriarcali a patriarcali: il famoso storico senegalese ha dimostrato che le due tipologie nascono da contesti diversi, patriarcale dal nomadismo, matriarcale dalla sedentarietà.
Anche in ambito antropologico sono state mosse critiche alla teoria: Do-Nascimento ha spiegato come vari autori – fra i quali Marx ed Engels – partendo da piccole informazioni ricevute sulle società dei nativi americani, abbiano creato leggi universali. Il professore ha inoltre evidenziato come la società occidentale non abbia sempre compiuto passi in avanti, ma vi siano stati dei regressi, come il medioevo e il nazismo.