Alla scoperta della letteratura africana: generi e generazioni di scrittori
Il corso di letteratura africana è la grande novità di questa terza edizione di African Summer School.
Una letteratura che affonda le sue radici nella tradizione orale. Il racconto, il proverbio, la kasala, l’epopea e la canzone sono, infatti, i generi che caratterizzano la letteratura africana orale. Nel racconto ad esempio – spiega il docente Bienvenu Sene Mongaba – le metafore animali vengono utilizzate al fine di descrivere l’uomo e l’umanità. Altro è la kasala, una tecnica poetica che prevede da parte del narratore la celebrazione di se stesso o di chi ascolta, singolo o gruppo. È una tecnica che esiste in tutte le comunità africane e che ha il fine proprio di accrescere l’autostima. Un caso ancora differente è rappresentato dall’epopea, di cui spesso non si conosce l’autore, caratterizzata tradizionalmente da scopi politici e utilizzata con il fine di raccontare la nascita delle comunità africane. Non manca, nemmeno nella letteratura orale africana, il proverbio, una modalità breve di conclusione dei racconti, che racchiude in sé un messaggio morale.
Una combinazione di proverbi, narrativa e poesia è invece la canzone, accompagnata sempre da un testo significativo. Solo a fine del diciannovesimo e a inizio del ventesimo secolo la letteratura inizierà la sua produzione scritta, di cui Thomas Mofolo è considerato il padre. Con la prima generazione di autori, negli anni sessanta, emerge una nuova tendenza, la negritudine, con una scrittura caratterizzata da debolezza, irrazionalità e prevalenza assoluta di sentimenti ed emozioni. Gli scrittori della prima generazione si convincono della mancanza di razionalità da parte della comunità africana, la accettano e creano attorno a questo vuoto una loro poetica. Ma non tutti concordano con questa visione, Diop ad esempio rivendica con forza l’approccio scientifico. Perché – si domanda Diop – gli africani non avrebbero razionalità? Per Diop non esiste un monopolio occidentale della ragione, e lo dimostra con vari esempi: la costruzione delle piramidi, l’origine nera degli egiziani, la matematicità delle lingue bantu. Sebbene già gli autori della prima generazione avessero iniziato a denunciare le dittature, sarà solo con la seconda, a partire dal 1985, che gli scrittori si sentiranno più liberi nello scrivere, anche se questo non durerà a lungo.
Le donne, invece, nella letteratura africana, rappresentano un capitolo a parte. A partire dagli anni 2000, con l’inizio della terza generazione, hanno raggiunto una maggiore popolarità, anche se hanno iniziato la loro attività letteraria durante gli anni 50-60. Le autrici portano così una nuova sensibilità sulle problematiche femminili, ma non solo, dagli anni 70 iniziano ad affrontare anche le tematiche sociali.