Rinascimento africano: come uscire con successo dalla dark age
«Per realizzare un’impresa bisogna prima conoscere il territorio in cui si va ad agire, le sue disponibilità, le condizioni politico-economiche e i suoi attori». Partendo da questo presupposto, il prof. Mawuna Koutonin, ancora una volta docente all’African Summer School, ha spiegato agli studenti di questa terza edizione della scuola come sia importante capire in che periodo storico si trova l’Africa nel suo complesso per gettare le basi di un intervento futuro.
Secondo il professore, il continente africano si trova nella cosiddetta “dark age”, che di nome e di fatto assomiglia molto al Medioevo europeo. Prima di questo periodo buio, però, l’Africa era un continente ricco, pieno di risorse interne, come l’Impero romano in Europa. Civilizzazione, cultura e conoscenza erano le parole d’ordine.
La causa di questa dark age è da ricercare proprio nel Rinascimento europeo. Un continente fiorisce e un altro soccombe. Esplorazioni, conquiste e progresso hanno portato anche elementi negativi, quali schiavitù, genocidi, le crociate, il nazionalismo e l’oppressione degli ebrei. Tutto ciò ha avuto effetti avversi su altri continenti, come quello africano. Con l’avvento del Rinascimento europeo, le ricchezze dell’Africa sono state trasferite all’esterno e cinque secoli di valori e cultura sono stati cancellati.
Questa condizione di regresso persiste tutt’oggi in Africa. Non c’è fiducia nel cambiamento e nemmeno in se stessi, c’è una situazione di staticità e manca la capacità di riprogettarsi. «La corruzione è naturale come le diseguaglianze; la malattia e la morte sono banalizzate», ha commentato Koutonin, spiegando che l’Africa, come è accaduto per l’Europa, necessita del suo Rinascimento, quindi di un cambiamento che viene dall’interno, dagli stessi africani. L’obiettivo è riscattare l’Africa da questa impasse: cercando nel proprio passato e tra i propri antenati, secondo il professore, l’Africa dovrebbe riuscire a tornare in salute e guarire dalla malattia che ad oggi l’affligge.