Premiato SEFI food, un progetto contro lo spreco dei prodotti alimentari
Si è conclusa ieri la terza edizione di African Summer school, la scuola estiva nata per valorizzare una concezione dell’Africa del tutto nuova e promuovere un’imprenditoria attiva e giovanile nel continente africano. La Sala degli Arazzi del Comune di Verona ha ospitato anche quest’anno la cerimonia ufficiale di consegna degli attestati di partecipazione, presieduta dall’Assessore alle Pari Opportunità Anna Leso che ha accolto studenti, organizzatori e partner in questo ritrovo di fine percorso.
Al termine della settimana formativa, svoltasi dal 26 luglio al 2 agosto scorsi, ai partecipanti era stato chiesto di riflettere sulle conoscenze apprese e di esprimere la propria creatività attraverso la realizzazione di un progetto a scelta tra una tesina di tipo umanistico e un business plan di microimprenditoria.
Dei trenta studenti iscritti, sei si sono dedicati agli elaborati umanistici, appoggiati dalle docenti dell’Università di Verona Emanuela Gamberoni, Mita Bertoldi e Rosanna Cima, dalla dottoranda Serena Scarabello dell’Università di Padova, dalla visiting professor in Brasile, Patricia Gomez, e da uno dei professori dell’African Summer School. Diverse sono state le tematiche scelte: dal commento letterario alle opere di importanti autori africani alle riflessioni sulla storia del Continente durante gli anni della Guerra Fredda e nell’era delle più recenti migrazioni economiche. Per la prima volta in tre anni inoltre, il Polo Zanotto dell’Università di Verona ha ospitato le presentazioni di due studenti, Jennifer Matelo e Mario Anton Orefice, che hanno analizzato i loro lavori di fronte ai docenti universitari e ai loro colleghi, creando un vivace dibattito con il pubblico.
Le novità non sono mancate nemmeno nell’elaborazione dei business plan che, come ha voluto sottolineare Lucia Perina, Segretario Generale Uil, sono state quest’anno contraddistinte da un’importante valenza sociale: da Nappytalia, idea nata nel 2014 per invogliare le donne africane a mantenere i propri capelli afro al naturale, alla realizzazione di fumetti che narrano la storia dell’Africa nella versione inedita presentata alla Summer School. Grande spazio è stato riservato anche all’agroalimentare, con progetti di sviluppo agricolo connessi al turismo, e alla tecnologia ecosostenibile dei pannelli solari.
A valutare i business plan è stata, come nelle passate edizioni, una commissione speciale composta dai partner della scuola, tra cui Prosper Nkenfack, Presidente di Africasfriends, Emanuela Gamberoni e Mita Bertoldi, rispettivamente del Dipartimento Culture e Civiltà e Dipartimento Scienze Neurologiche Biomediche e del Movimento dell’Università di Verona, Giacomo D’Amelio di AMANI, Loretta Zuliani, in rappresentanza del Presidente della Banca Popolare di Verona, Lucia Perina, Segretario Generale di UIL Verona, Enrico Veronese di MAG Verona, l’Assessore Anna Leso, Fortuna Ekutsu Mambulu e Laura Fregi, organizzatori di African Summer School.
Il premio come miglior progetto di microimpresa è stato assegnato a “SEFI food”, un’idea nata da quattro ragazze, Fartun Mohamed, Irene Tuzi, Elena Zanaga e Sophie Souita, che si propone di divulgare in Camerun la cultura della conservazione del pomodoro per fronteggiare i continui sprechi di prodotto in territorio africano. Spesso, infatti, nei periodi di raccolto si assiste ad un’ingente sovrapproduzione ma, mancando allo stato attuale adeguati metodi di conservazione, molti pomodori non possono essere consumati e finiscono per essere gettati. Insegnando alle popolazioni locali questa pratica e assumendo personale qualificato nelle aziende, gli africani possono diventare protagonisti e sviluppare autonomamente una propria industria alimentare. Come raccontano le ideatrici del progetto, «la qualità dei prodotti non manca, ma c’è bisogno degli strumenti per beneficiarne».
A far prevalere questo progetto sugli altri due finalisti, “Acqua Sun” di Carlo Tshiabola e “Nappytalia” di Evelyne S. Afaawua, sono stati «la naturalezza, la semplicità, l’innovazione, l’impatto sociale e la sensibilità, e l’aver colto appieno il tema dello spreco, nell’ottica ispirata dai temi di Expo 2015», come ha affermato Laura Fregi nel momento della premiazione.
Le vincitrici si sono dette determinate a portare avanti la loro idea. «Ci crediamo tanto e crediamo che sia possibile cambiare le cose in Africa», hanno affermato convinte. Per incentivare queste giovani imprenditrici a perseguire i propri obiettivi, UIL Verona consegnerà 500 euro all’atto di costituzione della società, che successivamente potrà beneficiare dell’accompagnamento di un partner dell’African Summer School nell’ottenimento di un micro finanziamento.
Ad oggi, come ha ricordato Enrico Veronese, MAG Verona sta attualmente incubando i vincitori di African Summer School 2014, mentre il progetto della prima edizione è già stato definitivamente avviato.
Nonostante sia stato premiato un solo progetto, African Summer School ha voluto incoraggiare tutti gli studenti a non mollare e a credere nei propri progetti anche dopo il termine di questa edizione. Per farlo ha chiesto a Benedict Kuvuna, giovane imprenditrice della Repubblica Democratica del Congo, di portare la sua testimonianza sull’attuale movimento in crescita dei giovani imprenditori nei diversi paesi africani. Fin da quando aveva sedici anni, dirige un’azienda che promuove prodotti locali e valorizza la ricchezza e le risorse dell’area in cui agisce. «Quando si ha in mente un progetto sembra tutto facile», ha confessato, «ma non esiste rosa senza spine. L’imprenditoria riserva molti rischi, ma non bisogna mollare. Solo con determinazione si raggiungono gli obiettivi».
È con questo stesso spirito che gli organizzatori di African Summer School guardano al futuro, sostenuti da tutti i partner che continuano a credere nel progetto e nelle sue idee innovative. In occasione della cerimonia di ieri, infatti, con grande soddisfazione Fortuna Ekutsu Mambulu ha annunciato la preparazione della quarta edizione, questa volta incentrata sulla filosofia africana.